ISLANDA DEL SUD ON THE ROAD pt.2

Il nostro secondo giorno alla scoperta dell’Islanda inizia in direzione di tre delle cascate più belle e spettacolari dell’isola. La prima fermata è Seljalandfoss, famosa per il suo percorso che porta dietro alla cascata stessa. Uno spettacolo per gli occhi. Nonostante fossimo ben equipaggiati con impermeabili lunghi fino ai piedi non è descrivibile la mole di acqua che ti arriva addosso una volta dietro la cascata. Ci siamo inzuppati come pulcini, l’acqua si alzava come in un vortice e ci entrava da ogni parte. Non posso non ammettere che è stato veramente divertente nonostante le temperature non proprio altissime!

A pochi metri da Seljalandfoss si trova Gljufrabui, una cascata nascosta tra le rocce, bella da togliere il fiato. Per arrivarci si deve letteralmente entrare dentro il torrente generato dalla cascata stessa quindi è bene avere delle scarpe impermeabili. Una volta arrivati lo spettacolo che si ha davanti è epico. Una roccia dalla forma tondeggiante si trova proprio sotto il getto dell’acqua, se siete avventurosi come noi saliteci sopra e sentirete la vera forza della natura.

Dopo questa prima tappa eravamo completamente zuppi e abbiamo ringraziato che la nostra auto avesse i sedili riscaldabili che ci hanno permesso di asciugare il più possibile i nostri vestiti. Da qui ci dirigiamo a Skogafoss, una delle più imponenti cascate islandesi. David preoccupato mi chiede:

“non ci si bagna più vero?”

“ma no amore figurati”

Come non detto! Ci facciamo un’altra bella doccia mentre ammiriamo Skogafoss anche se oggi non c’è il sole e non vediamo l’arcobaleno. Questa cascata è famosa infatti per la presenza costante di un bellissimo arcobaleno che si forma davanti ad essa nelle giornate di sole. Decidiamo che l’ultimo giorno quando sarà il momento di tornare verso Reykjavik proveremo a fermarci di nuovo, sole permettendo.

Il meteo sta peggiorando sempre di più e mentre ci spostiamo verso Vik inizia a tirare un vento fortissimo. Non ci lasciamo scoraggiare e decidiamo di andare lo stesso a vedere il relitto dell’aereo abbandonato. Lo so, lo so molti storceranno il naso per il fatto che ci siamo andati ma per quanto ci siano cose estremamente più belle da vedere in Islanda, se i paesaggi un po’ fuori dal comune vi affascinano questo trekking ve lo consiglio. Si cammina per 4 km circa su una terra nera come la pece in direzione della spiaggia in cui questo aereo è caduto e di cui non sono mai stati spostati i resti. Quando si arriva il paesaggio è surreale, un aereo sulla sabbia più nera, in lontananza il mare che con il cielo grigio di quel giorno sembrava nero come la spiaggia. Chilometri e chilometri di nulla. Il vento quel giorno era così forte che nonostante la camminata sia tutta in piano è stata veramente difficile e faticosa.

Una volta arrivati a Vik infatti il tempo è peggiorato ulteriormente e ci siamo ritrovati nel bel mezzo di una tempesta di neve. Ci siamo quindi diretti verso l’unico supermercato della zona per prendere qualcosa per cena e rifugiarci nel nostro bellissimo appartamento con vista sulla Black Beach. Intorno a noi era tutto bianco nonostante la neve riuscisse a stento a posarsi in terra tanto forte era il vento. Neanche quella sera potevamo andare a caccia di aurora ci siamo quindi buttati sotto le coperte sperando che il giorno dopo il meteo migliorasse.

La mattina il tempo non era dei migliori, decidiamo quindi di fare una lunga colazione e di uscire di casa verso le 10 e 30. Ci dirigiamo verso la Black Beach che è leggermente imbiancata dalla neve e questo contrasto tra il bianco e il nero è veramente magico. Sembra quasi di trovarsi in un vecchio film. Questa spiaggia è molto pericolosa ed è bene tenersi lontani dal mare, le onde sono alte e forti ed ogni anno qualcuno muore risucchiato dall’acqua. Quando ci si trova di fronte al mare in questo punto dell’Islanda si capisce come qui la natura sia potente e l’uomo non possa far altro che adeguarsi a lei.

Il vento è talmente forte e freddo che entra da tutte le parti, con solo gli occhi scoperti mi dirigo verso il bar li accanto per prendere qualcosa di caldo mentre David continua a saltellare in giro facendo foto. Invidio molto il suo non sentire mai il freddo!

Ci spostiamo verso il faro di Dyrholay da cui si ha una vista sulla spiaggia nera a dir poco impressionante. Qui da metà aprile ad agosto è possibile vedere i Puffin o come si chiamano in italiano le Pulcinelle di mare, uccelli paffuti e simpatici che sogno di vedere da tantissimi anni. Purtroppo era ancora troppo presto e non erano arrivati… sarà per il prossimo viaggio!

Passata la cittadina di Vik il tempo ha iniziato magicamente a migliorare ed in zona del ghiacciaio Vatnajokull è spuntato il sole, le temperature erano ancora più rigide, intorno allo zero, ma senza tutta quella neve in faccia si camminava decisamente meglio!

Decidiamo quindi di andare direttamente alla Diamond Beach, si stava avvicinando l’ora del tramonto ed i colori erano spettacolari. Si chiama la spiaggia dei diamanti perché qui si posano pezzi di ghiaccio provenienti dalla laguna vicina di Jokulsarlon. Un paradiso per gli amanti delle fotografie come me. È surreale ritrovarsi in una spiaggia nera ricoperta di pezzi di ghiaccio che sembrano cristalli, sotto un cielo azzurro come il mare e a pochi passi da un ghiacciaio imponente che si tuffa nella laguna. Ci spostiamo verso Jokulsarlon che è a pochi metri dalla spiaggia e rimaniamo imbambolati a guardare gli iceberg che si staccano dal ghiacciaio e fluttuano nella laguna che in aprile ha un colore azzurro fortissimo, proprio dovuto allo scioglimento dei ghiacci. Tutte intorno notiamo tantissime foche che si divertono a nuotare vicino a noi, come a volersi mettere in mostra. E se già avete letto le nostre storie lo saprete, non amo niente quanto il vedere gli animali liberi nel loro habitat, è uno spettacolo che riempie il cuore.

Concludiamo la giornata al caldo del nostro appartamento. La mattina seguente ci avrebbe aspettato una delle avventure più emozionanti di tutto il viaggio!