NORVEGIA ON THE ROAD PT.1
Il nostro viaggio in Norvegia è stato sognato e aspettato per ben due anni. Essendo un viaggio molto lungo, 11 giorni, potevamo farlo solo in autunno e le restrizioni dovute al Covid aumentavano sempre con l’arrivo del freddo. Finalmente ad ottobre 2021 siamo riusciti a partire per questa grande avventura!
Missione principale? Vedere l’aurora boreale!
Il primo giorno è stato un po’ da pazzi, abbiamo preso tre voli per arrivare a Tromso e poi ci siamo fatti 6 ore di macchina per arrivare alle Isole Lofoten ed essere freschi (si fa per dire) la mattina dopo.
La prima tappa imperdibile del nostro tour è stato il famoso campo da calcio di Henningsvaer, incastonato in una piccola lingua di terra, circondato da tre lati dal mare. Un posto che ha fatto venire voglia persino a me di andare a vedere una partita di calcio! Per poterlo osservare dall’alto, senza l’aiuto di un drone, ci siamo arrampicati nella scogliera laterale e lo spettacolo davanti ai nostri occhi è stato incredibile anche se ancora oggi ci chiediamo: ma quanti palloni finiranno in acqua? Le persone del posto ci hanno spiegato che tutto intorno sono stati creati molti essiccatori (strutture in legno dove appendono gli stoccafissi) per bloccarne la maggior parte!
Da qui ci siamo diretti verso due delle spiagge più famose delle Lofoten, Uttakleiv e Haukland beach, collegate da un piccolo trekking di 4 km che noi abbiamo fatto sotto una pioggia battente che con nostro grande stupore, ha deciso di interrompersi appena arrivati ad Haukland beach, mostrandocela in tutti i suoi colori. L’acqua delle isole Lofoten infatti non ha niente da invidiare alle spiagge caraibiche, la sabbia è bianca e fine, il mare si tinge di azzurro e verde, certo l’atmosfera è completamente diversa, si indossa un piumino e ci si protegge dal vento come si può ma che sensazione impagabile di libertà è correre in una spiaggia così, soli con la natura.
Dopo una piccola spesa e quattro chiacchiere con il nostro simpaticissimo host, ci siamo rilassati nella sauna vista oceano per poi fare una cenetta nel nostro rorbu, le casette rosse tipiche norvegesi, dove abbiamo alloggiato durante tutto il viaggio.
Il secondo giorno parte abbastanza male,piove tantissimo, e direte voi: pensavate di andare in Norvegia ad ottobre e non trovare la pioggia? Assolutamente no! Ma quella mattina era calata su tutte le isole una coltre di nebbia che ci nascondeva la vista persino delle montagne davanti a noi. Decidiamo di mandare a monte tutti i piani sui vari trekking da fare quel giorno e ci dedichiamo quindi alla visita delle piccole cittadine di pescatori più famose. Visitiamo Nusfjord, patrimonio dell’UNESCO, e ci innamoriamo di queste casette rosse e gialle costruite sul mare e circondate da montagne. Siamo praticamente soli, da queste parti poche cose aprono prima delle 11 di mattina, almeno in bassa stagione, quindi assaporiamo fino in fondo questa atmosfera malinconica, umida e dal fascino di altri tempi fino a che un raggio di sole crea sopra di noi un’arcobaleno così vivido da farci pensare che forse il meteo avrebbe svoltato a nostro favore…illusi!
Lasciato Nusfjord infatti veniamo avvolti nuovamente da pioggia e nebbia, continuiamo così il nostro tour in macchina arrivando fino ad Hamnoy, Reine ed infine Å, il paese con il nome più corto che esista ed anche l’ultimo centro abitato delle Lofoten. Qui finisce anche l’unica strada che le percorre tutte, più avanti si trova soltanto il mare. Al termine di questa giornata, bagnati e infreddoliti, andiamo a fare la spesa, decisi a farci una bella cenetta nel nostro rorbu ed intanto preghiamo che nei prossimi giorni il tempo ci permetta di fare i trekking che avevamo scelto. Eravamo stanchi e la pioggia incessante non ci dava nessuna possibilità di vedere l’aurora boreale quindi ci mettiamo nel nostro divanetto con Netflix sperando che nel giro di qualche ora qualcosa cambiasse.
Verso le 22 decidiamo di prendere la macchina dato che avevamo visto che in alcune zone vicino a noi stavano andando via le nuvole. Quello che è successo dopo è stata vera magia.
David mi dice di andare ad aprire la macchina: “prendo le ultime cose e ti raggiungo!”
Io esco di casa e volgo lo sguardo verso il cielo, un po’ sfiduciata, e la vedo: una striscia verde sopra la mia testa che danza sinuosa.
“Amore corri c’è l’aurora sopra di noi!”
Ah le luci del Nord… quanto le avevo sognate!
In breve tempo credo di aver svegliato tutte le case circostanti e piano piano ci siamo ritrovati in tanti lungo la strada, in mezzo alle case, a testa in su, in religioso silenzio, ad ammirare l’aurora boreale. È difficile spiegare la sensazione di gioia che ti pervade in quei momenti, la consapevolezza di stare assistendo ad uno spettacolo unico che la natura ci regala. Uno spettacolo che può durare minuti o pochi secondi, così difficile da fotografare e quindi da godere sul momento. Quanto ci siamo abbracciati quella sera, sotto il cielo verde e viola che ci ha illuminati per più di un’ora, regalandoci una delle aurore più forti e maestose che potessimo desiderare proprio dalla nostra terrazza di casa.
Da qui, inutile dirvelo, ci siamo portati dietro questa magia per tutta la vacanza. Il meteo è cambiato e nei giorni seguenti abbiamo visto le luci del Nord quasi tutte le sere e noi vogliamo pensare che quella prima aurora dopo una giornata così difficile sia stato il benvenuto che il Nord ci ha voluto dare, ricordandoci che è difficile viverlo ma che sa ripagarti di ogni fatica con il suo splendore!